L’imprenditore Lazzaro D’Auria si racconta: “ho detto no alla mafia foggiana, ora vivo sotto scorta:”

Martedì 30 Gennaio si è tenuta, nella palestra dell’ ITET Vittorio Emanuele III, l’assemblea d’istituto il cui tema predefinito è stato quello della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata, con particolare riferimento agli scenari imprenditoriali della Capitanata. In tale occasione l’ITET ha deciso di invitare, come ospite speciale, Lazzaro D’Auria, un uomo che da più di 5 anni sta affrontando, con tanto coraggio e altrettanta paura, la mafia del Gargano e la mafia foggiana, dal giorno in cui ha deciso di opporsi ai suoi estorsori. Lui è un imprenditore agricolo campano che ha dovuto difendere a tutti i costi il suo patrimonio dopo aver deciso di investire – come da lui più volte affermato- nella “California d’Europa”.

Dal 2017 infatti vive sotto la protezione dello Stato dopo aver denunciato la richiesta di una tangente e aver subito continue intimidazioni a fine estorsivo, tipiche di un atteggiamento mafioso.

Nonostante più volte avesse rischiato di far emergere le sue emozioni, ha regolarmente proseguito il  racconto della sua esperienza e di quanto le innumerevoli scelte, quasi sempre più dovute che volute, abbiano inevitabilmente condizionato non solo la sua vita, portando a definire addirittura se stesso come “un uomo morto che cammina”, ma anche quella della sua famiglia che tuttavia non ha mai smesso di sostenerlo nella sua battaglia. Con la stessa determinazione, ha deciso di testimoniare la sua storia alla presenza di noi studenti, raccogliendo l’invito che la scuola gli ha rivolto.

“Abbiamo voluto questo momento per confermare vicinanza e pieno sostegno all’imprenditore che ha deciso di non cedere al ricatto della criminalità”- spiegano gli organizzatori, che auspicano “ una viva e sentita partecipazione da parte della scuole e di chiunque abbia a cuore la crescita, la salvaguardia e la dignità della provincia di Foggia, al fine di inculcare, soprattutto nelle ancora acerbe mentalità di noi giovani, il sano pensiero di una società all’insegna della giustizia, una giustizia che ha la nostra voce”.

                                                                                                          Maria Albanese VB AFM